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Solitudine Legame di Coppia: meglio soli o (male) accompagnati?

Solitudine Legame di Coppia: meglio soli o (male) accompagnati? | Psicologo Rimini Riccione Cattolica Forlì Cesena Dott.sa Roberta Calvi

Solitudine Legame di Coppia: meglio soli o (male) accompagnati? | Dott.sa Roberta Calvi Psicologo Sessuologo in Rimini

Tante volte sento dire che la solitudine è preferibile ad un legame di coppia, visto che i legami portano sofferenza.. E in verità tutti, almeno una volta nella vita e quando ci siamo sentiti profondamente delusi e disillusi, abbiamo pensato che forse staremmo meglio da soli.

Eppure la solitudine non può essere una posizione esistenziale per nessuno.

Non è vero che l’essere umano sta meglio da solo! La solitudine non è una condizione compatibile con l’uomo.

Ognuno di noi nasce e si costruisce all’interno di un contesto relazionale. E che non fa solo da sfondo e cornice ma è parte integrante dell’identità in fieri.

Già dalla gestazione siamo in relazione. Potremmo finanche dire che la dipendenza dall’altro è connaturata alla vita umana.

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Ognuno di noi infatti dipende dagli altri, dall’essere in relazione con qualcuno.

Ciascun bisogno umano, da quelli fisiologici a quelli emotivi/affettivi, chiama in causa l’altro, che è sempre coprotagonista nella vita di ogni soggetto. Non parliamo di una dipendenza patologica da una persona specifica, come avviene ad esempio nella vita affettiva. Ma del bisogno dell’essere in relazione con.

Parliamo di una inter-dipendenza tra persone, del bisogno di legami. E soprattutto del bisogno di appartenenza e attaccamento.

Recenti studi antropologici hanno concordato e riconosciuto che la parentela, al di là di come viene classificata nelle varie culture, si fonda sul concetto di appartenenza reciproca. L’universale della parentela, la sua radice ontologica che non risente di influenze culturali, è sentirsi reciprocamente appartenenti. Alla base c’è il bisogno psicologico di appartenere a qualcuno/qualcosa, di far parte di, di essere inclusi. Questo bisogno di appartenenza si ricollega al bisogno di attaccamento. Che non è che un’altra faccia della stessa medaglia.

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Cosa significa tutto ciò?

Che ciascuno di noi ha bisogno di punti di riferimento affettivi ed emotivi (bisogno di attaccamento). E di sentirsi parte di relazioni significative (bisogno di appartenenza) per costruire un benessere personale. Perché la soddisfazione di tali bisogni rappresenta il fondamento del senso di sicurezza personale, fondamentale per non essere invasi da angosce distruttive.

La solitudine rappresenta una negazione di tali bisogni. Ed è per questo che quando viene “scelta” come modus vivendi rappresenta una strategia difensiva. Che deriva da vissuti traumatici e di sofferenza, storici o recenti.

Eppure le difficoltà affettive e relazionali non possono essere risolte evitando le relazioni e scegliendo una pseudo autosufficienza. Ma cercando di affrontare i problemi che esistono riconoscendone il significato più profondo.

Roberta Calvi Psicologa e Sessuologa

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