Dott.ssa Roberta Calvi

Sesso sano e sesso patologico: esiste una normalità?

Sesso sano e sesso patologico: esiste una normalità?

E’ una domanda oggi sempre più diffusa tra giovani e meno giovani!

Qual è il sesso “normale”? Esiste un sesso sano e uno patologico?

Sfatiamo qualche mito!

Per secoli il sesso è stato normato e definito dalla morale religiosa. E di conseguenza ha permeato i costumi sociali determinando limiti e confini di ciò che è giusto e sbagliato in termini di quantità e qualità.

Da qualche decennio assistiamo ad una liberalizzazione sessuale che ha trasformato e sfumato i confini della normalità e anormalità sessuale, generando forse ancora più confusione di prima.

Cerchiamo di fare un po’ di ordine.

Punto primo: non esiste un quantum che definisce una normalità sessuale. Ciò significa che una coppia che fa sesso tutti i giorni non è migliore né peggiore di una coppia che fa sesso una volta al mese o all’anno.

Qual è il punto allora? Sicuramente l’allineamento tra i partner rispetto al desiderio.

Spesso il conflitto nasce perché uno dei due partner desidera fare sesso più spesso dell’altro.

Non è semplice trovare un punto di incontro. Sicuramente occorre indagare se il desiderio di entrambi è libero, e semplicemente ha una tempistica di espressione diversa, oppure se uno dei due è maggiormente inibito oppure se l’altro utilizza il sesso per gestire altri bisogni emotivi.

La tempistica del sesso è spesso condizionata anche dallo stile di vita della coppia (figli, lavoro, tempo trascorso insieme, conflittualità, ecc.).

Aggiungo che oggi non può essere considerata patologica nemmeno la coppia “asessuale”. Vale a dire la coppia costituita da due persone che si definiscono asessuali ovvero senza alcuna spinta sessuale. Anche in questo caso l’importante è che entrambi siano asessuali onde evitare che uno dei partner si senta frustrato.

Attenzione a parte va invece riservata alle cosiddette “coppie bianche”. Coppie in cui non si fa sesso non per scelta, ma perché entrambi i partner hanno inbizioni e disfunzioni sessuali non risolte, ma gestite attraverso un tacito evitamento della sessualità.

Roberta Calvi Psicologo Sessuologo Rimini | Studio di Psicologia Sessuologia
Dott.ssa Roberta Calvi, Psicologo e Sessuologo

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Sesso sano e sesso patologico: esiste una normalità?

Punto secondo: le fantasie sessuali non sono normali o anormali!

Le fantasie sessuali possono essere più o meno particolareggiate. Possono presupporre giochi di ruolo, posizioni, presenza di altre persone, utilizzo di gadget e toys, utilizzo di pronografia, preferenza per specifiche parti del corpo, ecc.

Anche qui ciò che importa è la condivisione della fantasia da parte di entrambi i partner. O quanto meno la disponibilità di uno dei due ad aderire alla proposta dell’altro senza che questo generi disagio e sofferenza.

Facciamo qualche esempio. Se ad uno dei partner piace un gioco di ruolo basato sulla dominanza/sottomissione e l’altro è d’accordo, disponibile e non ne soffre, questa fantasia non presuppone una problematica. Al contrario se uno dei due partner vive questo gioco come doloroso, umiliante, angosciante, non è possibile mettere in atto questa fantasia perché arrecherebbe disagio all’altro.

In questa fattispecie la coppia dovrà cercare un punto di incontro affinché la sessualità sia appagante e piacevole per entrambi e non fonte di frustrazione né di sofferenza personale.

Allo stesso modo lo scambismo può essere considerata una pratica sessuale “normale” se condivisa da entrambi. Il che presuppone che i due partner non vivano l’esclusività sessuale come valore necessario per il benessere personale e la solidità del rapporto.

Le fantasie sessuali possono essere considerate patologiche se hanno come oggetto destinatario una persona non consenziente. O non in grado di prestare un valido consenso.

In questo caso siamo in presenza di uno sviluppo psicosessuale del soggetto molto alterato e disfunzionale ed è necessario chiedere aiuto.

Punto terzo: non esiste una pratica sessuale superiore all’altra.

Con ciò intendiamo che il primato del sesso penetrativo è ampiamente superato a favore di una concezione della sessualità dove le attività sessuali (i cosiddetti preliminari) sono tutte ugualmente valide e integrabili in un evento sessuale che la coppia può costruire e vivere come meglio ritiene.

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Roberta Calvi Psicologa e Sessuologa


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