Rompere un equilibrio negativo? Bisogna necessariamente soffrire!
La persone restano scioccate che per stare bene bisogna soffrire.
Ma come è possibile?
Il benessere psicologico presuppone la rottura di equilibri, di dinamiche intrapsichiche e interpersonali che per quanto disfunzionali sono comunque radicate e cristallizzate.
Che siano egosintoniche o egodistoniche, ovvero che il soggetto le percepisca come fonti di benessere o di malessere, le dinamiche individuali sono omeostatiche, ovvero tendono comunque a restare in equilibrio e a non modificarsi.
Ciascuno di noi ha sperimentato quanto possa essere difficile modificare un’abitudine, positiva o negativa che sia; ancora piu difficile è modificare un equilibrio psichico.
Gli equilibri sono sempre complessi, a volte non si capisce come possano funzionare….si sta in piedi come la torre di Pisa! Eppure si sta in piedi!
Qualsiasi persona è attaccata al suo equilibrio anche se patologico!
E’ un modo di stare al mondo, di essere, di sentire, di percepire, di interpretare, di capire.
Gli equilibri possono essere rigidi, estremi, pericolosi o “semplicemente” incapaci di favorire il benessere della persona.
A volte la persona percepisce un malessere e allora chiede aiuto, ma spesso vede solo la punta dell’iceberg, spesso il disagio è profondo, radicato, primitivo.
E allora bisogna andare alla radice per riuscire ad estirparlo.
Ma questo processo è lento e doloroso, non soddisfa certamente il “tutto e subito”: quel bisogno consumistico postmoderno che abita ormai la nostra psiche.
Rompere un equilibrio negativo? Bisogna necessariamente soffrire!
Per questo a volte si preferiscono soluzioni rapide e fai-da-te o pillole di felicità dei Guru che spopolano nella nostra epoca.
Ma ciò che agisce troppo in superficie non trasforma gli equilibri profondi (e talvolta è proprio quello che inconsciamente si vuole!!)
E non andando mai a cambiare l’equilibrio di sottofondo si diventa schiavi di ricette magiche risolutive! Risultato: si soffre di più!
Perché ci si illude di aver risolto un problema che dopo poco torna, magari anche in modi e forme diversi. “Ma io sono fatto così!!!”
Questa spesso è la giustificazione che diamo prima a noi che agli altri!
Allora proviamo a pensare che forse a volte ne vale la pena di andare più in profondità. Ne vale la pena di mettere in discussione l’equilibrio psichico. Ne vale la pena di soffrire un pò, di attraversare una fase buia e confusa, una metamorfosi in cui per un attimo non so più chi sono perché non ritrovo più quel vecchio equilibrio, magari doloroso ma comunque familiare.
A volte ne vale la pena di mettersi in gioco, di andare fino in fondo, di non accontentarsi di soluzioni semplici e superficiali, ma di cambiare davvero.
E sì, farà un pò male, come tutto quello che trasforma fa un po male. Ma quando poi si è percorsa questa strada, guardandosi indietro si potrà dire “ne è valsa la pena”!
Per parlarne con la Dott.ssa Roberta Calvi
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