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Dott.sa Roberta Calvi Piscologo Sessuologo
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La Dott.sa Roberta Calvi offre la possibilità di
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Psicologa e Sessuologa, la Dott.sa Calvi è specializzata in:
Disturbi Alimentari
Problemi Familiari e di Coppia
Malattia e Dolore
Problemi Sessuali
Psicologia dell’Amore
Dipendenza Affettiva e Sessuale
Psicologia LGBT
Riabilitazione Psicoaffettiva e Psicosessuale
Riabilitazione Psichiatrica
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Chi è la Dott.sa Roberta Calvi
Roberta Calvi Psicologa e Sessuologa, dopo gli studi classici, si è laureata in Psicologia dei processi relazionali e di sviluppo e in Psicologia clinico-dinamica.
Dopo la laurea ha continuato la sua formazione attraverso master e corsi di specializzazione. E attraverso esperienze sul campo.
Un master in mediazione familiare, nato dalla constatazione della necessità sempre maggiore di aiutare e sostenere le coppie e le famiglie. Non solo nei momenti di crisi e di rottura del rapporto ma con azioni in forma preventiva. Accompagnando la coppia e la famiglia nelle tappe evolutive importanti (convivenza, matrimonio, neo-genitorialità, figli adolescenti, ecc.). E sostenendole nelle situazioni di difficoltà che possono intervenire (problematiche lavorative, mancato accordo sull’educazione dei figli, trasferimento in altra città, lutti) o in casi di conflittualità.
La mediazione di coppia o familiare mira a favorire la comunicazione tra i membri della coppia o della famiglia. A comprendere eventuali dinamiche di interazione disfunzionali. Far emergere vissuti ed emozioni legate ad una situazione o evento. Superare eventuali barriere generazionali nel caso di conflittualità con i figli. Riconoscere e risolvere rancori presenti o passati. E a favorire la messa in campo di risorse personali o interpersonali per affrontare impasse o difficoltà.
La mediazione di coppia risulta uno strumento molto utile anche nella risoluzione di problematiche sessuologiche. Quando quest’ultime sono dovute a vissuti di ostilità di uno o entrambi i partner nei confronti dell’altro. Ovvero a differenze valoriali rispetto alla sessualità, alla mancata condivisione/comunicazione di pensieri, vissuti, fantasie, alla difficoltà nel costruire un’intimità emotiva/erotica.
Per offrire un servizio maggiormente efficace in campo sessuologico la Dott.sa Roberta Calvi ha scelto di specializzarsi presso il Centro Italiano di Sessuologia in Sessuologia Clinica.
Le problematiche e le conflittualità di molte coppie hanno la loro radice in camera da letto. Nelle difficoltà sessuali di uno o entrambi i partner che vengono sepolte più o meno consapevolmente dai litigi costanti che invadono ogni campo della quotidianità. O, al contrario, i conflitti, che nascono rispetto ad altre tematiche, invadono anche la sfera sessuale. Contribuendo a ridurre il benessere di coppia e aumentando il rischio di una rottura.
Le difficoltà sessuali possono essere individuali o di coppia. E possono riguardare inibizioni, fobie, dipendenze, disfunzioni sessuali, perversioni. Ma anche fantasie non condivise, differenze valoriali relative al sesso, mancato accordo sulla frequenza e/o sulla modalità di vivere la sessualità.
La consulenza sessuologica di coppia mira a comprendere quali sono le difficoltà sessuali della coppia. Da cosa sono generate e quali strategie e strumenti personali o interpersonali possono essere acquisiti e applicati per la risoluzione delle problematiche.
La consulenza sessuologica individuale permette di comprendere le motivazioni contingenti e/o storiche alla base delle proprie difficoltà. Di elaborare eventuali vissuti dolorosi e di raggiungere un proprio benessere sessuale.
La Dott.sa Roberta Calvi Psicologa e Sessuologa è consapevole dell’importanza e della centralità dell’alimentazione nelle pratiche e nei rituali familiari, sociali e culturali, ma anche nelle ossessioni individuali.
Nel 2015 ha svolto un master in nutrizione clinica. Il cibo, il corpo, il peso si prestano oggi sempre più ad un uso emotivo (ansiolitico/antidepressivo). E sono spesso investiti di vissuti dolorosi. Divenendo mediatori di conflittualità irrisolte e traumi non rielaborati.
“Non siamo mai così privi di difese come nel momento in cui amiamo” diceva Freud. E infatti, nell’affettività si manifestano la maggior parte delle nostre difficoltà.
Bisogni infantili insoddisfatti, condizionamenti familiari e socio-culturali, paure, insicurezze, ferite e traumi storici. Tutto ciò spesso invade il campo delle relazioni amorose generando sofferenza e disagio. Quando addirittura vere e proprie patologie in campo affettivo e sessuale.
Vi sono fattori che possono generare angoscia o disagio e alterare o inibire la vita affettiva e sessuale. Allo stesso modo l’educazione ricevuta o mancata, i tabù, le credenze personali. Oppure i desideri e le fantasie (consapevoli o inconsapevoli, accolti o negati, repressi o accettati). Così come la percezione o l’interpretazione del comportamento dell’altro.
Educazione familiare e pregiudizi culturali incidono anche nell’accogliere positivamente o negativamente la propria identità sessuale.
In un contesto eterosessista e omonegativo non è facile riconoscere e accettare un orientamento non eterosessuale. La scoperta della propria omosessualità o bisessualità può attivare meccanismi di difesa e di autocensura. Che generano intensa sofferenza e possono anche produrre sintomi invalidanti (dipendenze, agiti autolesivi, compulsioni, aggressività, depressione, ansia).
Le istituzioni in primis, quelle educative e scolastiche ma anche quelle sanitarie, appaiono ancora fortemente eteronormative. E certamente non inclusive. Alimentando un senso di vergogna, di colpa e di solitudine di chi non si riconosce in un orientamento sessuale dato per scontato.
L’ omogenitorialità allo stesso modo è ancora fortemente osteggiata. E incontra critica e ostracismo con un impatto negativo sulla salute psicologica delle famiglie. Che spesso, per non incorrere in un pregiudizio e in un “te l’avevo detto”, non chiedono aiuto in caso di difficoltà con un figlio o di un figlio.
Per questo nel 2016 è nata l’idea di creare un servizio specifico e specialistico per i singoli, le coppie e le famiglie LGBT. Per aiutarli e sostenerli nel loro percorso di vita e fornendo supporto emotivo, psicologico e informativo. Sia nell’accettazione del proprio orientamento e nel coming out, sia nella costruzione di un rapporto di coppia. Oltre che nel desiderio e nella concretizzazione di un progetto di genitorialità.
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L’Approccio della Dott.sa Calvi
Dai minori alla psichiatria e alle dipendenze, ogni esperienza ha fatto sempre più consapevole la Dott.sa Roberta Calvi Psicologa e Sessuologa dell’importanza di una relazione autentica con le persone. Una relazione senza formalismi e senza quella distanza emotiva che caratterizza spesso il rapporto tra educatore/medico/psicologo e paziente.
Dalla riflessione su questa necessità di umanizzare ed “emotivizzare” il rapporto clinico è nata l’idea di una modalità di lavoro basata su una maggiore condivisione e interazione. Un approccio in cui il clinico abbandona le sue vesti accademiche, scende dal piedistallo di una superiorità apparente e dal bisogno di essere idealizzato. Per incontrare l’altro al di là di ogni etichetta diagnostica e valutativa.
In questa visione, lo Psicologo non è davanti né sopra. Ma accanto alla persona, in un percorso che mira alla recovery intesa in tutti i suoi significati. Come recupero delle proprie capacità e abilità. Ripresa da uno stato di disagio o difficoltà. Riconquista di una libertà e di una serenità. Guarigione da uno stato di malessere e raggiungimento di un benessere soggettivo.
Nell’ottica di una recovery, è la persona che chiede aiuto ad essere protagonista di un percorso. Non precostituito e prestabilito, non basato su protocolli rigidi e standardizzati. Ma al contrario costruito insieme al clinico in base alle risorse presenti e potenziali, ai desideri, ai valori e agli obiettivi, necessariamente soggettivi.
La libertà di essere, di pensare, di fare è la finalità del lavoro clinico della Dott.sa Roberta Calvi.
Libertà che spesso è ostacolata da inibizioni, sintomi, insicurezza, ansia, depressione, senso di inadeguatezza, senso di colpa, dinamiche di interazione passate o presenti, pregiudizi socio-culturali. E che portano a sentire, pensare e agire non in base a ciò che che si sente ma a ciò che si deve (aspettative soddisfatte/compiacenza) o non si deve (aspettative deluse/ribellione).
La consapevolezza di chi si è , delle proprie risorse e dei propri limiti, dei propri valori e delle proprie convinzioni , dei propri desideri e delle proprie contraddizioni, della propria storia e dei propri vissuti. Questo è lo strumento necessario per poter comprendere i perché del proprio disagio e della propria impasse. E quali risorse poter mettere in campo per riabilitarsi.
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