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Psicologia e Sessuologia LGBT
Perchè occuparsi di omosessualità e omogenitorialità oggi?
Sono passati più di 40 anni da quando, prima l’American Psychiatric Association e l’American Psychological Association e poi l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), si è depennata l’omosessualità dal manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Sancendo finalmente la depatologizzazione dell’omosessualità e stabilendo che quest’ultima è una variante della sessualità umana.
Ma le trasformazioni culturali sono molto lente perchè interessano complesse dinamiche intrapsichiche e interpersonali. Nonchè meccanismi di potere, aspetti ideologici, credi religiosi, tradizioni apprese e trasmesse.
Psicologia e Sessuologia LGBT
Così l’omosessualità, dopo secoli di condanna e repressione, nonostante il cambio di paradigma in campo medico e psicologico, è rimasta e resta comunque sullo sfondo. Oscurata dalla cultura eteronormativa impregnata di pregiudizi. Che continua a riservarle un posto di subalternità, di a-normalità o quasi-normalità, di devianza o peccato. O quanto meno di imprevisto indesiderato.
L’omosessualità e la bisessualità non previste e non desiderate hanno un alto potenziale stressogeno e traumatico. Che Meyer e Northridge hanno definito “minority stress”. A sottolineare quanto il disagio vissuto è strettamente connesso all’essere una minoranza osteggiata.
Gli aspetti del minority stress sono:
- le esperienze di discriminazione subite direttamente;
- lo stigma percepito – inteso come anticipazione del giudizio negativo degli altri che porta a nascondersi, a non rivelarsi, a camuffare qualunque discorso o comportamento che potrebbe rivelare il proprio orientamento sessuale, certo che sarà criticato, condannato o oggetto di derisione;
- l’omofobia interiorizzata – intesa come sentimenti di vergogna, di inadeguatezza e di colpa connessa al non essere eterosessuale in base all’equazione culturalmente definita eterosessualità=normalità.
Il minority stress è un “compito evolutivo” aggiuntivo per i giovani non eterosessuali, più esposti a sviluppare sintomi e sofferenza psicologica. Soprattutto quando inseriti in un contesto non accogliente e inclusivo. Ma è anche una sfida pressoché quotidiana per tutte le persone omosessuali e bisessuali (per queste ultime si aggiungono pregiudizi specifici che prendono il nome di bi-fobia).
Psicologia e Sessuologia LGBT
Questa sfida al pregiudizio e agli stereotipi, alle tradizioni e alle consuetudini, interessano ancora di più le coppie omosessuali. Che scelgono di realizzare un desiderio di genitorialità. I genitori omosessuali sono osteggiati, criticati, controllati, guardati con sospetto, studiati e osservati nonché non tutelati, non protetti e non riconosciuti. Vissuti di inadeguatezza, tipici della neogenitorialità, si sommano alla non accettazione sociale-politica-religiosa, al non riconoscimento, al senso di ingiustizia e di repressione.
La Psicologia oggi è chiamata a rispondere a questi bisogni e questi vissuti facendo da ponte verso l’evoluzione e l’innovazione della cultura. Allargando le maglie di ciò che oggi è normale, al fine di promuovere benessere per i singoli e la collettività.
Di cosa si occupa la Dott.sa Calvi:
- Percorso individuale o di coppia di coming-out
- Accompagnamento e sostegno nel progetto di omogenitorialità
- Mediazione di coppia
- Mediazione familiare
- Mediazione con la famiglia d’origine
- Riabilitazione psicoaffettiva e psicosessuale individuale o di coppia
- Iniziative culturali e di sensibilizzazione per il contrasto di ogni forma di omo-trans-fobia
- Iniziative culturali e di sensibilizzazione sulla genitorialità LGBT
- Corsi e pubblicazioni sulla psicologia LGBT
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