Perfezionismo psichico: le insidie
Il perfezionismo sta invadendo pericolosamente un’altra area della nostra vita: la psiche!
Dopo aver invaso le aree dell’estetica, dell’alimentazione, del lavoro, del sesso, ecco che si insinua nel territorio della psiche e delle emozioni .
Il must dell’essere bravi, buoni, calmi, lungimiranti, sempre adeguati, sempre politicamente corretti è un imperativo del mondo occidentale. E questo trasforma la capacità del soggetto di valutare il suo benessere, vissuto sempre come non abbastanza.
Anche l’accesso alle cure psicologiche spesso nasconde il desiderio di ottenere una pozione o ricetta magica che garantisca la perfezione psichica.
Questa perfezione psichica, che si traduce in un totale controllo delle emozioni, viene rappresentata come l’unica via di accesso ad una presunta felicità. Che a sua volta assume le vesti di un qualunque prodotto consumistico da ottenere a tutti i costi nel minor tempo possibile e al miglior prezzo.
Talvolta, inconsciamente, la richiesta di cura psicologica nasconde il bisogno di una benedizione per concedersi di essere sè stessi. Ovvero un’autorizzazione ad essere limitati e vulnerabili.
Provare tristezza, rabbia, ansia, insicurezza è destabilizzante più per il suo essere fuori dai canoni della perfezione psichica che per il vissuto in sé.
La perfezione, o meglio la ricerca interminabile della perfezione psichica, è diventata una nuova ossessione. Tanto che si diffondono strumenti accattivanti di “miglioramento del sé” che vengono divorati avidamente. Sperando possano essere sufficienti per accedere alla fantomatica felicità.
Perfezionismo psichico: le insidie
La ricerca di una perfezione psicologica traghetta l’essere umano pericolosamente fuori il campo stesso dell’umano. In un tentativo disperato e illusorio di meccanizzare il campo emozionale affinché sia totalmente sotto controllo.
Il controllo delle emozioni non è altro che la repressione delle stesse. Non senza costi in termini di incapacità di differenziarsi e di costruire un’identità solida.
Ciò che si nasconde dietro questo perfezionismo psichico è tutt’altro che un concetto nuovo. E’ l’idea di atarassia di stampo epicureo ovvero la repressione delle passioni tipica della tradizione giudaico-cristiana. Ciò che c’è di nuovo è solo la nuova veste consumistica tipica del nostro tempo.
La ricerca di perfezione emotiva ha sempre coinciso con il controllo delle emozioni. Le emozioni fanno paura e come tutto ciò che fa paura genera meccanismi di difesa individuali o collettivi.
Ecco allora che il perfezionismo psichico millantato dalla società dei consumi non è che un meccanismo fobico di massa.
Il benessere psicologico non coincide con il controllo delle emozioni. Quanto piuttosto con l’accettazione e con la comprensione del significato delle stesse per il singolo individuo al fine di favorire scelte più consapevoli e adeguate.
Il controllo delle emozioni dà una sensazione di sicurezza personale che è solo temporanea ed illusoria. Perché il controllo per sua natura è destinato ad essere perso. Pertanto più mi ostino a cercare di controllare, più sentirò di perdere il controllo in una spirale degenerativa autodistruttiva.
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Roberta Calvi Psicologa e Sessuologa
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