Perché è così difficile cambiare?
Perché è così difficile cambiare? Che cosa consente un cambiamento?
Quante volte ci siamo detti: “adesso basta” “da domani cambio” “sono arrivato al capolinea e adesso cambio vita” o più banalmente “da domani smetto”…
Che si tratti di una dipendenza o di una abitudine negativa, di un vizio o di uno stile di vita quanto piuttosto di una dinamica relazionale tossica, spesso ci si ritrova a fare dei propositi di cambiamento per poi trovarsi puntualmente delusi da sé stessi e sentirsi sempre punto e a capo!
È solo questione di mancanza di volontà? Assolutamente no!
È sempre faticoso essere genitori di sé stessi e mettersi regole da rispettare. L’eccezione diventa legittimata e annulla spesso il buon proposito e poi viene fuori il “tanto ormai” e così si ricomincia con la solita abitudine (vizio, sintomo, dinamica).
Le abitudini anche se negative, anche se sintomatiche, rappresentano una zona comfort!!!
Ciò che è familiare rassicura, dà quiete (a volte anche apparente). C’è quasi un senso di appartenenza e di identità anche in quelle abitudini negative!
Di fatto ciò che spesso manca per cambiare è la motivazione.
Ma cos’è la motivazione?
Perché è così difficile cambiare?
La motivazione è qualcosa che ci spinge a cambiare nonostante la fatica. Spesso è la sofferenza e finanche la disperazione, che generano una spinta reale a cambiare sé stessi!
A volte occorre toccare il fondo, sentire di perdere tutto, sentirsi talmente sopraffatti da riuscire a mettersi in discussione e in gioco davvero. A volte è la voglia di riscatto dopo una intensa sofferenza o ingiustizia a farci sentire veramente spinti al cambiamento.
Ed è solo quando sentiamo una motivazione così forte interna che la fatica diventa un prezzo da pagare che riusciamo a sostenere. È il momento in cui decidiamo che non si può più vivere così e che chiediamo aiuto o investiamo in qualcosa di realmente diverso.
Non esiste cambiamento senza fatica, non esiste cambiamento senza rinunce, senza frustrazione e momenti di desolazione.
Il cambiamento vuole dire anche tempo lungo, vuol dire superare logiche del tutto e subito, vuol dire mettere in conto cadute, inciampi, impasse, stati di attesa o stallo. Il cambiamento è una scelta di mettersi in discussione, di percorrere nuove strade, di cambiare modi di pensare o di vedere le cose.
Non si cambia senza perdere qualcosa. Cambiare vuol dire perdere qualcosa di sé. È la storia dell’araba fenice o della stella danzante di Nietzsche. Decostruirsi per ricostruirsi.
Per parlarne con la Dott.ssa Roberta Calvi
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