Dott.ssa Roberta Calvi

Quando la paura della morte diventa una ossessione

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Quando la paura della morte diventa una ossessione

Viviamo la nostra quotidianità consapevoli che la nostra vita e quella delle persone che amiamo è precaria, ma fortunatamente non siamo sempre afflitti e ossessionati da questo timore!

Per fortuna la nostra psiche è dotata di meccanismi di difesa rispetto alle angosce esistenziali e questi meccanismi ci consentono di non essere sopraffatti emotivamente dalla paura della morte e della perdita.

Addirittura la nostra psiche fa anche qualcosa in piu per proteggerci: produce un bias cognitivo: l’ottimismo irrealistico! Questo ottimismo ci induce a pensare che gli eventi negativi non possano capitare a noi.

E’ per questo che quando le tragedie ci passano vicino e ci sfiorano ci creano una angoscia particolare, talvolta un vero effetto choc! Perchè assolutamente non ce lo aspettavamo! Ugualmente l’ottimismo irrealistico è quello che ci porta ingenuamente a metterci a rischio e a mettere in atto comportamenti pericolosi perchè non pensiamo possa capitare qualcosa di grave proprio a noi!

Eppure non tutti e non sempre nella vita si vive protetti da solidi e funzionali meccanismi di difesa. Può capitare allora di essere invasi dalla paura di morire o dall’angoscia che muoiano i propri cari.



Quando la paura della morte diventa una ossessione

Questa angoscia può essere particolarmente intensa e diventare un’ossessione che polarizza il pensiero del soggetto. Ci si ritrova ad essere in ansia e preoccupati costantemente, a diventare ipervigilanti o controllanti sulla propria o altrui salute. Si interpretano segni e segnali, si enfatizzano situazioni rischiose, si evita talvolta di fare ciò che si desidera perché attanagliati dalla paura, possono esserci veri e propri attacchi di panico e di ansia.

Ma perchè accade tutto ciò? Perchè non funzionano i meccanismi di difesa protettivi? Perchè ci si ritrova esposti cosi tanto all’angoscia della morte?

Ci sono aspetti personologici e aspetti situazionali. Questi ultimi hanno a che fare con alcuni periodi della vita in cui si è stati esposti a situazioni traumatiche intense come lutti, separazioni, incidenti, calamità naturali, esperienze di cambiamento vissute in modo doloroso.

Per ciò che attiene invece agli aspetti personologici siamo di fronte ad un tratto di personalità che presuppone un bisogno di controllo significativo e un’incapacità di tollerare l’impotenza e l’incertezza.

Il controllo diventa un meccanismo ansiolitico per gestire le angosce primitive, la paura di qualcosa che sfugge, di essere esposti all’imprevisto. Ecco allora che si anticipano eventi negativi e dolorosi nel tentativo di controllarli, di capire come gestirli e affrontarli.

Si genera dunque un circolo vizioso perchè per evitare l’imprevisto doloroso si vive pensando costantemente a ipotetiche tragedie.


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