Paura di essere omosessuale?

Paura di essere omosessuale? Non sempre si tratta di orientamento sessuale: a volte è una forma di ossessione! | Psicologo Sessuologo Rimini Riccione Cattolica Cesena Cesenatico San Marino Dott.ssa Roberta Calvi

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Paura di essere omosessuale? Non sempre si tratta di orientamento sessuale: a volte è una forma di ossessione!

La paura di essere omosessuali costituisce talvolta una vera e propria ossessione che non ha nulla a che fare con l’orientamento sessuale! Cerchiamo di fare chiarezza!

Il timore di essere omosessuali è una reazione spontanea e naturale ad un contesto eteronormativo e eterosessista. Vale a dire un contesto socio culturale dove l’unico orientamento sessuale considerato “normale” e “naturale” è quello eterosessuale. E pertanto essere omosessuali viene ancora considerato una deviazione dalla norma, un errore, un problema.

Questo timore è tipico delle prime fasi della costruzione dell’identità sessuale laddove si riconosce in sé un orientamento non eterosessuale. Nasce allora la paura di essere diversi, sbagliati, di non essere accettati, di non potere avere una vita normale, di non essere felici e così via.

Un timore alla base dell’omonegatività interiorizzata, o della cosiddetta omofobia interiorizzata, che può generare sofferenza emotiva, finanche una sintomatologia nevrotica (ansia-depressione) causata dalla conflittualità interiore tra il desiderio omoerotico e l’interiorizzazione dell’omonegatività della società.

Tuttavia questo timore di essere omosessuale non necessariamente è una reazione spontanea ad un desiderio omoerotico autentico, quanto piuttosto può costituire il contenuto di un’ossessione acuta o cronica anche in assenza di orientamento omosessuale.

Recentemente questa sintomatologia è stata definita disturbo ossessivo compulsivo di omosessualità.
Cosa significa?

Di base si tratta di un disturbo ossessivo-compulsivo in cui il contenuto delle ossessioni è per lo più legato alla paura di essere omosessuale. Si analizzano in modo compulsivo pensieri, atteggiamenti, comportamenti, fantasie alla ricerca del dato che può confermare o disconfermare l’ossessione. Questa ricerca costante porta ad amplificare il significato di singoli gesti, eventi, pensieri come se fossero la prova di essere omosessuale.

Talvolta ci sono anche comportamenti compulsivi che vengono percepiti come conferma della propria ossessione come ad esempio esperienze omosessuali o visione di pornografia omosessuale, eccitazione in presenza di persone dello stesso sesso, ecc.


Dott.ssa Roberta Calvi Psicologo Sessuologo


Paura di essere omosessuale? Non sempre si tratta di orientamento sessuale: a volte è una forma di ossessione!

Si precisa che il singolo comportamento non definisce un orientamento omosessuale, che invece si configura come attrazione erotica ed affettiva nei confronti di persone del proprio sesso.

Questo vuol dire che una singola esperienza omosessuale non definisce un orientamento omosessuale, come viceversa un’esperienza eterosessuale non definisce un orientamento eterosessuale.

Alla base del disturbo ossessivo omosessuale troviamo una profonda insicurezza emotiva e il bisogno di controllo e di perfezione tipico dell’ossessivo.

Questa insicurezza investe l’identità sessuale sempre a causa dell’eterosessismo culturale. C’è infatti il timore di essere sbagliato, diverso, deviato, malato e di non controllare una parte di sé che può all’improvviso prendere il sopravvento.

Il timore di essere omosessuale prende il sopravvento tanto da polarizzare il pensiero e saturarlo di interpretazioni sui propri vissuti e comportamenti. Il comportamento non è spontaneo ma costantemente analizzato e scandagliato alla ricerca della prova definitiva.

In ogni caso il timore non evolve mai e non risolve mai l’ossessione. Non arriva mai una risposta emotiva che conferma o disconferma l’ossessione lasciando la persona in un dubbio amletico costante e distruttivo.

È fondamentale allora farsi aiutare da un professionista per comprendere quanto la paura di essere omosessuale rappresenta un’inevitabile fase di costruzione identitaria. Quanto piuttosto il sintomo di un quadro ossessivo che nulla ha a che fare con l’orientamento sessuale, ma che ha radici molto più profonde in una sofferenza psichica del soggetto.


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