Gelosia sana o gelosia patologica?

La gelosia è uno dei temi centrali nei conflitti di coppia.

Ma che cos’è la gelosia? Quando può essere considerata sana e quando patologica?

E perché è più diffusa nella nostra epoca rispetto al passato?

Che la gelosia nasca dall’insicurezza personale si sa. Ma un pizzico di gelosia non è mai stato fonte di disagio né personale né per il partner. Tuttavia, talvolta può arrivare a livelli patologici e disfunzionali che minano la stabilità e il benessere del singolo e della coppia.

La gelosia infatti può attivare pensieri paranoidi che portano ad un’interprazione erronea del comportamento dell’altro o ad una notevole limitazione della libertà dell’altro.

Oggi la gelosia è un problema dilagante.

La diffusione così massiccia di gelosia a livello sociale merita un’attenzione anche sociologica.

Oggi siamo tutti più incerti e insicuri perché la società è molto più mobile, relativa e di conseguenza precaria. La precarietà è l’altra faccia della medaglia del dinamismo della nostra cultura, affrancata da rigide strutture ideologiche e da una fissità di ruoli. Quindi è il prezzo da pagare di un maggiore pluralismo ideologico, di una maggiore possibilità di scelta, di una maggiore risoluzione dei legami.

I vincoli non sono più avvertiti come tali, non vi sono più Dio o lo Stato a rassicurare sulla stabilità dei legami!

Siamo liberi, ma facciamo i conti con il peso della libertà! La libertà è infatti il nostro bene più prezioso ma anche il nostro cruccio più grande, soprattutto nelle relazioni.
La libertà dell’altro è infatti fonte di insicurezza personale perché porta con sé il rischio di essere abbandonati, di essere messi da parte, di essere scartati.

L’essenza profonda della gelosia è il vissuto di esclusione dalla gratificazione dell’altro.

Roberta Calvi Psicologo Sessuologo Rimini | Studio di Psicologia Sessuologia — Dott.ssa Roberta Calvi, Psicologo e Sessuologo

Gelosia sana o gelosia patologica?

Cosa significa?

Che, se l’altro è felice e appagato da qualcos’altro oltre me, sento il rischio di non essere sufficientemente importante e quindi di essere “facilmente rimpiazzabile”.

Questo comporta un’estensione della gelosia non solo ad altre persone come potenziali “rivali”, ma anche ad altri interessi e passioni: la gelosia per il lavoro dell’altro, per un hobby dell’altro, per gli amici dell’altro.

Il bisogno di essere fonte della felicità dell’altro è un bisogno narcisistico di conferma del proprio valore. Nasconde dunque una fragilità narcisistica ovvero una profonda insicurezza.

Non riesco ad essere felice per l’altro se la fonte della felicità dell’altro non sono io!

Non sempre questa gelosia è consapevole. Ma è evidente dal disagio personale, dalla rabbia esplicita o latente nei confronti dell’altro che può anche agganciarsi a futili e pretestuosi motivi.

Esiste una gelosia sana?

Sì! E possiamo considerare sana quella gelosia che si manifesta nel momento in cui sento l’altro più distante chiedendogli una serie di conferme affettive.

L’esplicitazione della propria insicurezza e la richiesta diretta all’altro di una conferma rappresenta una modalità matura e funzionale di esternalizzazione dei propri vissuti.

Insomma l’insicurezza non è una malattia, ma l’espressione della stessa può essere adeguata o distruttiva.

Un’insicurezza molto intensa con vissuti di inadeguatezza massicci richiede un’analisi e una comprensione profonda per sanare quelle ferite emotive che sono a monte. E che non possono essere gestite con il ricorso a meccanismi disfunzionali e patologici di ipercontrollo e limitazione dell’altro, come avviene nei casi di gelosia patologica.

Roberta Calvi Psicologa e Sessuologa