Gaslighting: abuso emotivo e gioco di potere!
Il gaslighting è una forma di abuso emotivo! Una forma di maltrattamento a tutti gli effetti! Si tratta di una dinamica manipolatoria complessa che vede coinvolti un narcisista maligno (detto anche narcisista perverso) e una vittima.
Attenzione: è importante chiarire sin da subito che vittima e carnefice non hanno genere predefinito e che queste dinamiche possono avvenire in coppie etero o omosessuali e i ruoli di vittima e carnefice possono essere rivestiti sia dal partner M che da quello F cis o trans.
La vittima è solitamente una persona con tratti di personalità dipendenti, modalità relazionali caratterizzate da accondiscendenza e compiacenza, scarsi confini emotivi, senso di inadeguatezza, attaccamento insicuro.
Il narcisista maligno (o perverso) si presenta come persona carismatica, socialmente efficace ed apprezzata, con idee e vissuti di grandezza e onnipotenza; a questi aspetti più tipicamente narcisistici si associano aspetti sadici e machiavellici. In particolare il narcisista maligno “gode” nell’avere potere sull’altro, ottiene gratificazione nel sentire l’altro dipendente e bisognoso di lui, sofferente e incapace di farcela da solo. Per questo, sviluppa trame manipolatorie complesse e sofisticate per catturare nella sua ragnatela la vittima per nutrirsi del bisogno di quest’ultima di andare bene a tutti i costi!
Si crea cosi una spirale distruttiva in cui più il gaslighter invalida e svaluta la sua vittima, più questa si sente in colpa e sbagliata e pensa di non essere abbastanza per il narcisista perverso (per perversione in questo caso intendiamo una perversione relazionale non sessuale in cui l’aspetto in comune con le perversioni sessuali è lo sfruttamento della vittima e l’assenza di senso di colpa per i propri comportamenti).
Il gaslighting però non si configura come classica relazione di violenza e maltrattamento tra partner! E’ un gioco più sottile che si sviluppa attraverso più fasi in cui il gaslighter conquista la sua vittima e la sottomette del tutto alla sua volontà a tal punto che la vittima si sentirà il carnefice e percepirà il gaslighter come il suo salvatore, in un paradossale scambio di ruoli che il manipolatore architetta ad arte come un gioco di prestigio.
Gaslighting: abuso emotivo e gioco di potere!
La fase iniziale del gaslighting è infatti caratterizzata da una fase romantica di conquista. Tipico è il love bombing in cui il manipolatore si mostra super innamorato e disponibile, riempie di attenzioni e riconoscimenti valoriali la sua vittima, la fa sentire unica e speciale.
In questo modo la vittima sentirà soddisfatti quegli storici bisogni di essere scelta, importante, unica e abbasserà la sua soglia critica percependo il gaslighter come la persona che stava aspettando!
E in questo modo comincia a crearsi la dipendenza alimentata anche dalle modalità intrusive e controllanti del manipolatore, che comincerà ad isolare la vittima da tutti gli affetti significativi cercando di modificare la percezione positiva che la vittima ha di quei legami.
L’unico legame importante resterà quello vittima-gaslighter! A questo punto comincerà la fase di invalidazione e dominazione in cui il gaslighter comincerà a svalutare e criticare il partner, a sottolineargli tutte le sue mancanze.
Cominceranno i conflitti e il manipolatore accuserà la vittima di essere colpevole di rovinare la storia e di non meritare il suo amore. La vittima nel passaggio dalle mille attenzioni alle critiche si sentirà colpevole e sentirà di aver rovinato tutto aderendo alla visione perversa del partner manipolatore.
A quel punto i due saranno invischiati in un rapporto di dipendenza in cui la vittima sarà sempre più insicura e svuotata e il gaslighter eserciterà il suo potere attraverso ricatti affettivi, modalità passive aggressive, proiezioni di colpa, invalidazioni e critiche.
Allo stesso tempo vestirà i panni del salvatore agli occhi della vittima e del mondo esterno ponendosi come il buon partner che nonostante le modalità disorganizzate dell’altro resta comunque accanto senza abbandonare.
Ecco allora che la vittima si sente carnefice e il carnefice diventa salvatore in un patologico gioco di ruolo ovvero gioco di potere perverso.
Chi saprebbe riconoscere la vera vittima dal manipolatore?
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