Angoscia di appartenenza e amore impossibile. Esiste un partner perfetto?
Tanto si è scritto e tanto si è detto sull’angoscia abbandonica, che da sempre ha afflitto l’essere umano e che da sempre lo ha costituito come animale sociale, come bisognoso di relazioni, di amore, di accudimento, di attaccamento, di affiliazione.
Angoscia abbandonica come punto cardine anche delle dipendenze: impossibilità di separarsi e impossibilità di autonomizzarsi ovvero impossibilità di affrontare e superare l’angoscia abbandonica.
Eppure oggi il mondo sembra sempre più abitato da un’angoscia differente, contraria e opposta: un’angoscia dei legami, un’angoscia di appartenenza. Il legame o anche solo l’idea di un legame è insostenibile, soffocante, asfissiante.
Un legame duraturo, quel famoso “per sempre” o lo storico “finchè morte non vi separi” è lo spauracchio della nostra società.
Il passaggio dalla precarietà dolorosa alla precarietà fascinosa ha segnato l’avvento di questa società inconsistente o per dirla alla Bauman “liquida”. L’essere umano ha sempre trasformato il penoso in piacevole: è un meccanismo di sopravvivenza.
E così questa dolorosa instabilità che l’essere umano ha sempre rifuggito costruendo e istituzionalizzando legami, stabilendo contratti, norme e consuetudini per rafforzare rapporti e ridurre il rischio dell’isolamento, della solitudine e del vuoto si è poi trasformata in piacevole ricerca della mancanza, brama di un vuoto rivestito da un’apparente libertà, assunta come apice di un apparente piacere!!
È un tentativo illusorio e forse inconsapevole di esorcizzare ciò che spaventa e sconvolge.
Angoscia di appartenenza e amore impossibile. Esiste un partner perfetto?
E così l’angoscia abbandonica ha solo cambiato volto: il timore del legame spezzato si è tradotto nella ricerca di un non-legame che sottende e maschera il bisogno di non essere mai abbandonato.
Spesso ce la si racconta che non si è trovata ancora la persona giusta! Ma qual è la persona giusta?
Il rischio è di lasciarsi ammaliare da una fantasia e da un pensiero magico in cui la persona giusta è colei che risponde pienamente alle nostre aspettative e soddisfa sempre e comunque i nostri desideri! Ma nessuna persona può corrispondere a quell’assoluto!
Ogni persona è sempre e comunque mancante, un oggetto parziale per dirla in linguaggio psicoanalitico.
Cosa vuol dire? Che ciascuno di noi non potrà mai soddisfare al cento per cento l’altro né essere pienamente soddisfatto!
C’è sempre qualcosa che manca! Il che vuol dire che un legame sano e maturo tollera una quota di frustrazione e delusione, accetta mancanze, desidera e ama l’altro anche per i suoi limiti e difetti.
Amore è amarsi e desiderarsi per ciò che si è nella realtà non per ciò che si vorrebbe in una fantasia idealizzata.
Cercare il partner perfetto significa continuare a rincorrere un ideale di “perfezione” e rimanere inevitabilmente sempre e comunque delusi e insoddisfatti.
Per parlarne con la Dott.ssa Roberta Calvi
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