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Desideri e fantasie. Giusti o sbagliati?
Quanto è difficile riconoscere i nostri desideri e le nostre fantasie? E come facciamo a sapere quali sono autentici e quali invece condizionati? Quali sono giusti o sbagliati? Come facciamo a capire cosa ci piace realmente? E perché ci piace?!
Sembra un problema banale: probabilmente tutti o quasi sapremmo rispondere alla domanda se ci piace di più la nutella o la marmellata, la pizza capricciosa o la margherita. Eppure non è così su desideri più intimi e soprattutto su desideri e fantasie che abbracciano l’ambito erotico e sessuale!
In realtà, anche la domanda banale di cui sopra può diventare complessa se abbiamo un disturbo alimentare o anche delle credenze valoriali o ancora religiose, perché a quel punto un altro criterio può influenzare il nostro pensiero e il nostro vissuto.
Se ho un’ossessione sul cibo e/o sul corpo, il mio bisogno di dimagrire e la mia angoscia di ingrassare potrebbero condizionare ciò che mi piace e potrei davvero sentire che mi piace più la marmellata che la nutella. Ma sarebbe autentico o no? E’ chiaro che per me in quel momento è una verità, ma questa verità è a sua volta condizionata da un criterio inconscio di valutazione che mi porta all’equazione light=buono.
In realtà questo avviene anche nel campo erotico-sessuale.
Spesso i nostri desideri sono condizionati dal nostro background familiare e socio-culturale. Abbiamo tutti degli introietti rispetto a ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Questi introietti sono inconsapevoli e possono agire come inibitori o disinibitori rispetto ai nostri desideri.
Potrei pertanto censurare, reprimere o vivere in modo ambivalente un desiderio omoerotico perché percepito come sbagliato, problematico, pericoloso.
Ma, al di là del campo dell’orientamento non eterosessuale, le fantasie e i desideri sessuali fanno spesso i conti col proibito.
Il proibito esercita per sua natura una pressione sull’essere umano (quasi sempre fascinosa) e la pressione psichica è data dal percepire il confine, il limite, il “non si può”, l’essere esclusi da qualcosa che assume un significato e un effetto specifico proprio perché non posso averlo. La famosa mela di Adamo ed Eva!!
Ma il proibito per ciascuno è diverso perché è condizionato dai vissuti personali: ciò che è stato introiettato come educazione valoriale diretta, ma anche ciò che è stato visto e immaginato, i tabù e le ossessioni percepite, i non detti e i segreti, lo sporco e il pulito così come tutti i traumi e microtraumi sessuali e relazionali.
Desideri e fantasie. Giusti o sbagliati?
A questo aggiungiamo che ognuno di noi vive e reagisce al proibito in modo diverso: il proibito può generare ansia, angoscia, paura, entusiasmo, impulso, ma sempre conflitto!
Posso sfidare le regole e vivere il proibito o tenermi sempre a distanza di sicurezza!
Posso rischiare o non rischiare mai, ma in ogni caso ciò che è sentito come proibito esercita un’influenza sui miei desideri e sulle mie fantasie.
A volte è possibile sentire e riconoscere i propri desideri e le proprie fantasie, altre volte queste sono represse, celate o censurate.
Allo stesso tempo le fantasie possono essere egosintoniche o egodistoniche (ben vissute o vissute in modo doloroso).
Tutto questo non ci dice nulla su quanto siano giuste o sbagliate quelle fantasie o quei desideri!
In realtà la domanda non è se è giusto o sbagliato, ma: che significa per me quella fantasia? Cosa vuol dire quel desiderio? Quanto è autentico e quanto è condizionato? Quanto è fonte di benessere autentico e quanto di disagio?
E’ necessario, soprattutto quando si percepiscono fantasie o desideri egodistonici, interrogarsi e farsi aiutare, chiarificare se ci sono tabù o interdetti che impediscono di vivere a pieno un desiderio autentico, se ci sono significanti che non consentono di godere di un desiderio o se c’è una difesa che nasconde traumi non rielaborati.
Tuttavia anche le fantasie egosintoniche necessitano di essere interrogate, soprattutto quando sono totalizzanti, sono compulsive, sono irrefrenabili e rischiano di generare circuiti disfunzionali di dipendenza o perversione.
Per parlarne con la Dott.ssa Roberta Calvi
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