Non mi piaccio! Il corpo e l’inadeguatezza
Il corpo è sempre più al centro delle ossessioni contemporanee. Corpo sempre insoddisfacente rispetto a standard di perfezione e sicurezza, di controllo e di bellezza.
Corpo sempre brutto, significante di un paradossale mito della bellezza che esalta ciò che è inadeguato per generare una spinta compulsiva al cambiamento.
Il corpo è oggi espressione di una società abitata da fobie e timori,da insicurezze e fragilità.
Il corpo come interfaccia e mediatore tra mondo esterno e mondo interno si presta ad incarnare un conflitto irrisolvibile!
Come farà il corpo a mediare tra una insicurezza e fragilità interiore e una richiesta di perfezione e onnipotenza della società postmoderna?
Ecco che il corpo da storica tela su cui dipingere consapevolmente e inconsapevolmente i propri significati diventa anche significante di una cultura contradditoria e spietata che vuole tutti magri, tonici, controllati e performanti.
Il bisogno di essere magri, tonici e belli permea le menti di giovani e meno giovani generando spesso sintomi vecchi e nuovi.
Anoressia, bulimia, binge eating, ma anche ortoressia, vigoressia e “fitnessmania”. Sintomi spesso taciuti e nascosti a volte anche a sé stessi.
Oggi per lo più assistiamo ad una normalizzazione di meccanismi di restrizione alimentare o di compensazione mediante uso compulsivo delle attività motorie.
Si va inoltre verso la costruzione di un ideale di perfezione alimentare intesa come consumo di “cibi sani”.
Ma tutto ciò che è estremo o estremizzato nella mente o nella realtà genera meccanismi psichici specifici.
Il controllo porta alla perdita di controllo! La rigidità di regole porta alla violazione delle stesse!
Il proibito da sempre è affascinante, ma allo stesso tempo porta con sé la paura di essere scoperti: quella tensione interna di fare qualcosa che non va bene.
La spinta irrefrenabile a mangiare quel cibo proibito perché incompatibile con l’ideale di controllo, magrezza e “wellness” è fonte di profonda vergogna e ansia di fallimento.
Avere un corpo aderente ai canoni significa oggi avere successo, approvazione e stima sociale! Sembra un passpartout per la felicità!
Non mi piaccio! Il corpo e l’inadeguatezza
Ma attenzione!
Se guardiamo meglio è in realtà una condanna a rispondere costantemente a standard sempre più rigidi e spietati in una corsa interminabile a migliorarsi e perfezionarsi senza però mai potersi fermare.
Il corpo “perfetto” non solo non esiste ma non è garanzia di benessere.
Tutto ciò ci porta a chiederci : cosa cerchiamo allora nella dieta e nel fitness? È davvero una strategia per prendersi cura di sè o invece nasconde la paura di non essere accettati e amati?
Il rapporto col cibo e col corpo sono da sempre complessi perché il cibo si presta ad essere un regolatore emotivo e a gestire ansia, tristezza, frustrazione, delusione e rabbia. Allo stesso tempo il corpo è profondamente dialettico perché media il rapporto con l’altro e comunica più o meno apertamente bisogni e desideri.
Oggi chiediamo con un linguaggio diverso quello che abbiamo sempre chiesto: di essere amati, desiderati, scelti, approvati ma lo facciamo attraverso un corpo che talvolta diventa però un pezzo staccato.
Non è il corpo a dover essere scelto, ma la persona!
È importante allora curare le proprie ferite, rafforzare le proprie fragilità emotive. Solo così il corpo può essere libero dalle angosce da rifiuto e abbandono ed essere accettato in primis da sè stessi.
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Roberta Calvi Psicologa e Sessuologa
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