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Comprendere l’ansia

Comprendere l'ansia | Dott.sa Roberta Calvi Psicologo Sessuologo in Rimini

Comprendere l’ansia | Dott.sa Roberta Calvi Psicologo Sessuologo in Rimini

Forse avrete tutti notato che siamo in una società ansiosa e ansiogena. Ma in fondo cos’è l’ansia?

L’ansia rappresenta, da un punto di vista clinico, l’espressione di un conflitto interno latente o cosciente, storico o attuale.

Questo conflitto interno è il frutto di due istanze psichiche che remano in direzione opposta. Ad esempio il desiderio di avere una relazione sessuale e la censura morale legata al timore di deludere aspettative familiari, sociali o religiose. Oppure la spinta a prendere una decisione e la paura di sbagliare. O ancora il bisogno di emancipazione e il timore di non farcela.

Comprendere l’ansia | Dott.sa Roberta Calvi Psicologo Sessuologo in Rimini

Guardandola da questa prospettiva, l’ansia non necessariamente rappresenta uno stato emotivo disfunzionale o patologico. Ma un movimento interno considerato naturale. Pertanto la gestione di una quota d’ansia, come ad esempio quella di fronte ad un cambiamento o ad un esame, rappresenta una sfida evolutiva e l’espressione di una buona maturità emotiva.

E’ chiaro che l’ansia può anche essere un sintomo psicopatologico laddove risulta massiccia ed eccessiva e diventa disfunzionale. Poiché genera un’impasse o un evitamento delle situazioni temute. O ancora è talmente pervasiva da generare la perdita dell’esame di realtà. In questi casi spesso il conflitto è inconscio e storico e occorre analizzare nel profondo quali sono le cause scatenanti.   

Comprendere l’ansia | Dott.sa Roberta Calvi Psicologo Sessuologo in Rimini

Resta ancora da chiarire come mai siamo in una società così ansiosa e ansiogena!

Sicuramente la spinta socio-culturale ad essere sempre perfetti, performanti, prestanti e felici porta con sé il timore generalizzato di fallire, di non riuscire, di non essere abbastanza. E dunque di non avere un posto nel mondo, con tutta la sofferenza che il sentirsi esclusi e invisibili genera.

Così la nostra società genera un’ansia costante e continuativa perché non c’è mai fine a questa richiesta di onnipotenza. Con la conseguenza di mantenere sempre elevato il conflitto interno di ciascuno con la propria insicurezza, impotenza e inadeguatezza.

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L’ansia di questa società 2.0 ha iniziato anche a insinuarsi nelle personalità. Con la costruzione di aspettative irrealistiche sulle proprie possibilità, prestazioni e stati emotivi. E la successiva interiorizzazione di un conflitto, che da esterno è diventato parte del sé.

Cosa possiamo fare dunque oggi per liberarci dai legacci di quest’ansia?

In primis comprenderla, riconoscerla e capire quanto si è insinuata in noi.

In secondo luogo iniziare a distinguere quelli che sono i nostri desideri da quelli che sono invece i bisogni indotti da una cultura che ci vuole apparentemente felici. Ma in realtà ansiosi e insicuri.

Roberta Calvi Psicologa e Sessuologa

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