Cosa nasconde il bisogno di accontentare la persona che amiamo?
A chi non è mai capitato di dire o fare qualcosa per accontentare qualcuno che si ama? Un genitore, un partner, un amico, un figlio, un amante!
Il desiderio di far felice le persone che amiamo è insito in ognuno di noi ed è parte integrante del sentimento stesso!
Ma cosa succede se questo desiderio diventa un bisogno, tanto da non ammettere eccezioni e da essere pervasivo e totalizzante?
Il desiderio di rendere felice l’altro diventa il bisogno di aderire a tutte le sue aspettative esplicite o implicite, reali o presunte!
La paura sottesa a questo bisogno è di non essere amati dall’altro, di essere rifiutati o abbandonati qualora si deludano le sue aspettative!
Ecco allora che si evita qualsiasi dissenso o parere contrastante, qualsiasi pensiero, parola o azione che possa anche solo lievemente far percepire all’altro una quota di disagio e delusione. Si ha fortemente paura del conflitto e di far arrabbiare l’altro. Come se la rabbia dell’altro fosse insostenibile e soprattutto come se la rabbia rappresentasse inevitabilmente il segno della rottura del rapporto.
L’effetto collaterale più immediato di questo meccanismo è di non essere mai autentici, non essere mai se stessi, di reprimere e censurare qualsiasi sentimento o pensiero che contrasti con quello dell’altro. Ci si sente sbagliati anche solo a pensare o sentire qualcosa che possa deludere l’altro e si tende a soffocare e cancellare qualsiasi emozione o idea incompatibile con l’aspettativa della persona amata.
Cosa nasconde il bisogno di accontentare la persona che amiamo?
L’ulteriore conseguenza è di non sentirsi mai fino in fondo scelti e amati, finendo in un circolo vizioso!
Il meccanismo infatti che nasce dal bisogno di essere amati e scelti dall’altro finisce per generare la sensazione opposta!!
Se infatti per sentirmi amato devo reprimere ciò che sento per soddisfare tutte le aspettative dell’altro non mi sentirò amato per ciò che sono, ma per il fatto stesso di essere come l’altro desidera.
Tutto questo può portare a sentimenti di depressione, ansia e rabbia.
Questa rabbia nei confronti dell’altro da cui non ci si sente mai fino in fondo scelti è tuttavia censurata e negata (per lo stesso motivo di cui sopra) e finisce per trasformarsi in senso di colpa. Si alimenta così ulteriormente il senso di inadeguatezza e la percezione di indegnità e disistima.
L’unica possibilità per sentirsi realmente amati dall’altro è essere se stessi! Tuttavia se nel corso delle primarie e primitive esperienze relazionali non si è percepito un amore incondizionato, bensì un amore a condizione, non ci si sentirà mai fino in fondo degni dell’amore dell’altro e si avrà sempre il timore di perderlo.
Il desiderio di soddisfare l’altro e di renderlo felice nasconderà allora il profondo bisogno di andare bene, essere amato e sentirsi insostituibile e indispensabile.
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Roberta Calvi Psicologa e Sessuologa
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